Erri De Luca, che spesso esterna la sua indignazione per il trattamento riservato agli attuali migranti (a quelli che riescono a raggiungere le nostre coste e a quelli che rimangono sepolti nel Mediterraneo), ha voluto riproporci questa poesia nutrita da stupore e dolore. L’autore è un eritreo, Selam Kidane. Poesia straziante, ci invita a fare qualcosa di positivo verso i migranti, che troppo spesso nel sorriso nascondono una grande sofferenza.
Mi domando che nome ti ha messo, piccolino, la tua mamma preziosa?
Mi domando che nome ti ha messo, piccolino?
La tua mamma preziosa.
Forse ti ha chiamato Berhan? Luce mia,
- o ti ha chiamato Haben? Orgoglio mio.
- Forse ti ha chiamato Kisanet, dopo il sospirato riposo,
- o sei stato Awet? Vittoria.
- Dimmi piccolino,
- lei ti ha chiamato come la speranza?
- Come le aspirazioni, come il sogno?
- Ti ha chiamato Amen, come la fine delle sue preghiere?
- O col nome dei santi che tua nonna invocava?
- Col nome del fratello perduto in prigione?
- Di suo padre, andato già da tanto?
- Ti ha chiamato Sina, come il deserto attraversato?
- O Eritrea, la terra che ha dovuto abbandonare?
- Ti ha dato il nome del posto che dovevi abitare?
- Dimmi piccolino,
- quale nome ti ha messo la tua preziosa mamma?
- Perché non ce la faccio a sopportare
- che ti hanno chiamato numero 92.
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